Fronte Surreale, lì 5.4.07

Weight wars

Bulimia, anoressia, disturbi alimentari: cedere al lato oscuro della Forma.

Fronte Surreale, lì 2.4.07

Viaggio dentro la notte. Best XI

A Parigi

Mi risvegliai in un letto, pulito e profumato ancora di bucato fresco. Come era successo? Dove mi trovavo? Ero già a destinazione? E se sì, quale era? Come ogni buon essere umano i miei risvegli erano sempre problematici e questo pareva non sottrarsi alla regola. Stropicciai gli occhi e misi i piedi per terra. Il freddo del pavimento mi scaraventò in avanti nel processo di uscita dal dormiveglia. Mossi i passi stancamente verso un rumore di padelle, ero ancora vestito come alla partenza; mancavano solo le scarpe, non me ne curai ed entrai nella cucina. Una piccola stanza disadorna con solo l’essenziale a produrre qualche vivanda calda e poco più. In piedi al centro della stanza se ne stava il gigante, mi accorsi in quel momento che dovevo ancora chiedergli il nome, che armeggiava con una caffettiera, minuscola nelle sue mani.
- Potresti aprirla? – disse con una punta di imbarazzo – Sai… queste mani…
Avanzai verso la sua mano, presi la caffettiera, svitai la parte inferiore e gli porsi i due pezzi distinti. Presi una sedia e mi sedetti in parte ad un tavolino tagliato a metà per entrare in quello stretto ambiente.
- Scusa – sbiascicai nel peggior dialetto mattutino – ma non so ancora come ti chiami
- Karl, piacere – e mi tese la manona
- Piacere mio, Karl – cercai di schiarirmi la voce, un rumore di grattugia si sparse tra i muri – e dove siamo?
- Parigi, siamo arrivati

Dunque questa era Parigi.

Il caffè era pronto, Karl lo versò in due tazzine, mi chiesi come avrebbe fatto a bere, era evidentemente troppo minuscola per le sue enormi dita. Eppure ce la fece, un sorso e via. Da par mio rimasi a girare il cucchiaino per un tempo più lungo del necessario. Poi mi decisi e lo bevvi in due sorsi. Non era male, ma in Italia il caffè viene comunque meglio, sarà forse l’acqua.
Come mai siamo qua?
Detestavo fare conversazione di primo mattino, ma detestavo ancora di più essere all’oscuro di tutto, una sensazione di fastidio che mi portavo dietro fin dalle elementari.
Qui potrai capire. Te ne accorgerai ben presto.
Mi alzai e cominciai ad esplorare la piccola casa, un appartamento con tre locali, sobrio, spoglio, minimalista. Andai a sedermi nel salotto sul grosso divano rosso a tre posti. Un solo quadro, o meglio una stampa, sulla parete orientale occupava la stanza insieme al divano e ad un tavolo. Cercai di capire in che razza di guaio mi fossi cacciato ma non venni a capo di nulla, sapevo solo di essere a Parigi in un trilocale in compagnia di un gigante di nome Karl: per alcuni sarebbe stato sufficiente.

Fissai per un buon quarto d’ora la parete cercando di seguire i disegni delle crepe, li trovai ben più interessanti della città che aspettava al di fuori della finestra. Poi sentii la porta di ingresso aprirsi. Karl era ancora in cucina a cercare di preparare qualcosa con le minuscole pentole ma senza troppo successo. Chi era il nuovo venuto? Mi alzai e raggiunsi il corridoio. Un uomo calvo e dalle braccia cadenti era appena entrato. I nostri sguardi si incrociarono:
- Benvenuto

Non risposi.

Fronte Surreale, lì 20.3.07

Risposta.

La risposta è: MARIO.

Fronte Surreale, lì 7.3.07

Viaggio dentro la notte. Capitolo X

all'uomo raggio

Continuammo a viaggiare per ore, come se fosse normale farlo, forse per lui, il mio giganteggiante salvatore era davvero normale, non era d’altronde un camionista? Il pensiero di una vita simile mi lasciò perplesso, ma non così tanto da tramutarsi in nausea, e per vincere quella sensazione mi rifugiai come al solito in pensieri casuali dettati più dalla velocità che dal raziocinio. Veloci quanto potevamo esserlo arrivammo ben presto al confine e quelli alla frontiera cercarono di sapere il motivo del viaggio, già qual era il motivo di quel viaggio? Fuga? Poteva essere un valido motivo? Avrebbe retto al vaglio degli inquisitori?
- Dobbiamo ritirare un carico di lavastoviglie
Mi parve un buon motivo, era vero? Quello non lo potevo sapere, mi accorsi di non sapere nulla; mi ritrovai in equilibrio tra il desiderio di svenire e quello di parlare: non trovai una buona ragione per prendere una decisione in merito e restai a fissare il parabrezza muovendo la testa lentamente, come uno di quei cagnolini che andavano tanto qualche anno addietro.
- Passate pure – fece il gendarme con un ampio gesto della mano.
Il camion ripartì sbuffando
- Bravo – disse l’autista
- Come? – feci di rimando togliendo per un attimo lo sguardo dalle tracce di quello che doveva essere stato un moscerino
- Bravo, sei riuscito a controllarti, non hai scatenato i tuoi pensieri nonostante fossimo fermi
Era vero. Non sapevo come, ma c’ero riuscito, ero forse guarito? Dovevo ancora andare a Parigi? Ero salvo?
- Dobbiamo comunque proseguire, questo è solo l’inizio, ma non sei ancora pronto.
O sulla mia faccia comparivano i miei pensieri sotto forma di scritte o il gigante era anche un telepata. Non mi stupii più di tanto
- Posso dormire? – avevo sonno, era stata una notte difficile
- Certo, adesso dormi, ma prima prendi una di queste – e mi porse un paio di piccole pillole rotonde, delle sfere colorate, di un rosso vivo – ti aiuteranno a dormire
Ingollai con poche pretese una sfera e sprofondai in un sonno profondo. Feci sogni orribili.

Fronte Surreale, lì 6.3.07

Dialoghissimi.

Dialogo tra SS ed il Grande Vecchio in metropolitana diretti verso la stazione ed il treno.

ss - Lo perderemo
gv - Non lo perderemo!
ss - (con aria sconvolta) Ti dico che lo perderemo!
gv - NON lo perderemo
ss - ...
gv - NON, N... O... participio denigrativo.

Fronte Surreale, lì 5.3.07

Apocalissi ed altre amenità.

Ovvero: del come cominciare decentemente la settimana.

Fatti del giorno. ( repubblica e corriere, i link li sapete )
  1. Britney rasata1, completamente, che si marchia con il 666 sulla testa e grida di essere l'anticristo.
  2. Lo zombie di Tokyo2.
  3. Il necrologio ( torne, ke ti perdonin ) per Stalin3 pubblicato a Udine.
  4. La Cina che aumenta le spese militari4 tra lo stupore, che sa tanto di bambino dell'asilo, degli altri stati.
I segni mi sembrano fin troppo chiari.

Un disegno, ai miei occhi, preciso (1 - 4) e tratteggiato (2) perfettamente (3).
Poi sarei io il paranoico!

------- note a margine -------

1. aspetto tibetano a parte, la conversione della ormai ex-lolita del pop, passata dall'aspetto teenagerialmente arrapante alla esplicita troiaggine prima ed ora all'ascetismo mistico imbevuto di droga, alla causa del maligno è perfettamente in linea con le previsioni di marketing. Certo un disco degli Slayer o dei Dimmu Borgir con BS alla voce è forse ancora presto a venire, ma in un certo senso la doppia maternità deve aver, come minimo, aperto le porte della percezione alla ex popstar più amata del mondo. La genitrice che dona la vita a due pargoli con un ballerino fallito tenta di togliersi la propria, in un crescendo di ricca follia. Voto: 7
2. Come non vedere in questo performer una feroce critica della società nipponica? Distruzione ed avvilimento post-atomico ancora presenti dopo più di 60 anni!
3. L'invocazione, con tanto promessa di giovanil perdono, all'uomo d'acciaio in un periodo di così forte confusione: come la vogliamo interpretare? Un mondo giovanile in difficoltà ha bisogno di regole... etc.
4. Quando compri cinese armi la Repubblica. Taiwan risponde con la paccottiglia per comprare dagli USA armamenti difensivi. Il mercato a basso costo investito nel nucleare. Bamboline tossiche per un futuro di disastri. Pensa quando compri.

------- note a margine -------

Aggiungi un profeta a tavola:

Dimenticavo l'eclissi e luna rossa ( Challenge 2007 ) di sabato! :
[...]e la luna in sangue prima che venga il grande e terribile giorno dell'Eterno (Gioele 2:31)

Fronte Surreale, lì 28.2.07

Viaggio dentro la notte. Non (h)o capito lo.

Ai miei maestri, ai loro errori, alle mie imprecisioni



La motrice partì sbuffando fumo nero verso il cielo scuro, partimmo con il favore della notte od almeno così ci parve all’inizio. La strada scorreva lenta sotto i grossi pneumatici gonfi fino all’orlo, con l’aria che sembrava voler scappare da quella costrizione appena ne avesse avuto l’occasione, gli ammortizzatori continuavano a fare il loro lavoro svogliatamente concedendo a qualche buca l’onore di far prendere qualche sbalzo alla motrice, le luci tagliavano il discreto buio davanti a noi.
Mi accesi una sigaretta con l’intento di farmi rimproverare, ma non successe nulla, se non una leggera nebbiolina al di qua del vetro. Il camionista, che aveva assunto una posa degna della più agile e minuta contorsionista cinese in una scatola XXXS, continuò a sgranare marce ed a controllare i vari indicatori.
- Gasolio – disse emettendo un rantolo, dovevo pensare a qualcosa per farglielo passare – dobbiamo fermarci a fare rifornimento.
Lo guardai con aria sbigottita, avevo il terrore dell’assenza di movimento, ero schiavo della velocità! Cosa sarebbe successo una volta fermati? Gli esseri violacei avrebbe attaccato ancora la nostra posizione? Ci saremmo potuti difendere in qualche modo?
- Fai così – un altro rantolo, dal polmone sinistro questa volta – quando ci fermiamo pensa intensamente a qualche oggetto – emise a questo punto uno squittio acuto, la trachea pensai – in movimento. Un razzo, una macchina, il nostro pianeta invece lascialo stare è troppo relativamente lento.
Il mio sguardo doveva aver fatto trasparire le mie emozioni evidentemente, presi quel consiglio e lo serbai come una caramella di zucchero troppo deliziosa per essere divorata subito.
La stazione di servizio si stagliò minacciosa all’orizzonte con un orgasmo continuo di luci e prezzi in bella evidenza, presi in considerazione di fare dello shopping al piccolo negozio annesso.
Il camionista gigante mise la freccia ed imboccò la corsia di uscita, entrammo lenti, troppo lenti, all’interno dell’area di servizio.
- Comincia a pensare! Adesso – ed aggiunse un fischio, pittoresco in quel momento.
Mi venne in mente subito un cesto di lumache, mi fissai sull’immagine di una tartaruga, il mio cervello non collaborava: un essere violaceo spuntò dall’accendisigari, il panico mi colse! ma appena giunse alla leva del cambio riuscii a pensare ad una locomotiva, a vapore, in partenza da una stazione di provincia. Il piccolo essere divenne evanescente, cominciò a dissolversi con l’aumentare della pressione nella caldaia
- ALTRA LEGNA! – urlai senza ritegno
La locomotiva cominciò a scalciare, sbuffare, emettere fischi e stridi e slittando sulle rotaie cominciò a viaggiare; il piccolo essere svanì completamente.
- Bravo
- Grazie, ma adesso facciamo gasolio, in fretta!
La motrice si fermò, la locomotiva prese velocità, il camionista scese. Nei miei pensieri si materializzò una montagna, la locomotiva perse velocità.
- Non ora! – gridai ancora
Mi concentrai fino a quando le tempie si gonfiarono come i pneumatici che stavano fermi a pochi centimetri dalla mie suole e la montagna svanì anche lei, lasciando lo spazio ad una dolce discesa in una valle aperta. La Torre Eiffel sullo sfondo.
- Fatto! – disse il gigante – possiamo ripartire
E ricominciò la procedura per rientrare al suo posto guida, rimise in moto e lasciammo l’area di servizio in poco tempo; lanciai il mozzicone della sigaretta fuori dal finestrino giusto in tempo per causare un’esplosione calda e colorata.
“Così non potranno seguirci” pensai distrattamente.

Fronte Surreale, lì 27.2.07

Fronte cortese.

Per quello che ha cercato enciclopedia teneri gattini : bastano?
Per tutti gli altri : mi attrezzo e vi rispondo.
( primo della lista "la prima scimmia lanciata nello spazio" )

Edit:

idee per il prossimo carnevale: ( questo era futurista, troooooppo facile, vero Kapitan? )

!) trovare persona disponibile a vestirsi da croce [ possibilmente in legno - ci penso io ]
") trovare persona disponibile a vestirsi da Cristo [ leggerino per essere febbraio - calzamaglia totale?]
£) trovare persona disponibile a portare in giro impianto stereo potente con emissione continua Dies Irae
%) bullarsi.

Fronte Surreale, lì 26.2.07

Orsetto delle mie brame.

Cominciano le variazioni sul tema dell'orsetto più.



In questo numero:
Winnie Bamboo - acrilico su pixel - 2007.
(premere per ingrandire)

Fronte Surreale, lì 22.2.07

Viaggio dentro la notte. VIII ne.

Appena le piccole ma risolute pesti finirono il loro lavoro con le clavicole cominciai a cadere. Nonostante tutto rispondevo ancora alle basilari leggi naturali come la gravità, paradossalmente mi sentii sollevato. Mi accorsi che la distanza era enorme, vista l’altezza del camionista, e la percorsi tutta senza turbe: effetto del movimento, pensai. Ritrovai la concentrazione in quello stato di moto accelerato; i piccoli demolitori si ritirarono all’istante ma del povero camionista ormai non rimaneva che il tronco e la trachea che pendeva floscia sul petto come una strana ed orrenda cravatta. Poteva articolare dei suoi anche in quello stato? Mi schiantai con un tonfo sordo su di uno spesso strato di muschio. I danni non furono molti. Presi una manciata di stuzzicadenti, paletti, materiali da costruzione derivati dal giganti e cercai di riprodurne le sembianze. Dopo un buon quarto d’ora mi accorsi che mancavano dei pezzi e mi dovetti rassegnare ad un lavoro parziale, raffazzonato alla meglio, incompleto: ne ricavai una testa poco proporzionata, molto meno della precedente, due clavicole che permettevano solo 22° di escursione ( un po’ poco per il tipo di lavoro, me ne resi conto ), un collo – una conquista!
- Bravo – mi sussurrò il gigante, dovevo regolare le corde vocali, cambiare il timbro, allargare la faringe, ma non ero né un dottore né tanto meno un carpentiere, come avrei fatto?
- Non molto, non sei come prima!
- Nessuno è mai come prima dopo certe cose
Abbozzai un sorriso, il camionista cercò di fare lo stesso ma mi mancavano ancora un paio di muscoli e due tendini, la mimica facciale veniva diffusa in forma ridotta. In più un qualche errore commesso gli faceva emettere un grugnito ogni respirazione. Dovevo aver stretto troppo la trachea sotto qualche altra parte. In un quarto d’ora, mi resi conto, non si poteva far di meglio.
- E adesso?
- Adesso dobbiamo andarcene, metterci in movimento, altrimenti i violetti violenti ritorneranno più feroci che mai.
Concordai con il suo piano, salimmo sul suo camion, o meglio sulla motrice e ci mettemmo in viaggio.
- Dove andiamo? – chiesi senza troppa convinzione
- Parigi
Parigi. Più di venti anni fa la visitai come turista, ma ora?

Fronte Surreale, lì 15.2.07

Manifesta superiorità.

Lo stato di grazia.

Fronte Surreale, lì 14.2.07

Grazie

Innanzitutto grazie per le lettere che ricevo ogni giorno con segni di stima, richieste di più produzioni artistiche, marachelle ed assegni circolari. Grazie, ma in questo momento sono impegnato, giù nelle acque torbide del lago di Varese, alla caccia al tonno prealpino, che è stagione e non posso starvi dietro a tutti. Poi vi faccio sapere quando finisce il pescato, che lo scarichiamo giù alla Prealpi che ci fa il burro metà&metà con l'omega3 di cui appunto il tonno prealpino è particolarmente ghiotto. L'altro giorno poi a momenti finivo dentro il Ticino, che mi son sporto per vedere una coppia di turisti tedeschi intenti a mostrare lo SturmUndDrang ai bambini delle 2C dell'elementari di Porto Val Travaglia e di Luino, che ci son pochi bambini ed allora uniscono le classi: roba da politici. Penso che ne avrò ancora per una decina di giorni; pesca pesca e il tonno finisce e poi chi li sente gli ambientalisti della sezione di Lecco?

Fronte Surreale, lì 7.2.07

Campionati del mondo che passione!

Il Fronte Surreale continua nelle sue esplorazioni.
Nuova serie, nuovo tag: campionati del mondo.
Già presentato: campionato del mondo di tortura.

Fronte Surreale, lì 6.2.07

Risposte del Fronte

Chiede Fiorani: "Io vorrei sapere se risponde a verità quello che si dice in giro."

Risponde GianMattero Castelloni docente di otorinolangoiatria:

"Dipende da che giro si intende. Se ci si riferisce al Giro d'Italia è chiaro che radiocorsa, unica depositaria delle informazioni, rilascia solo verità: distacchi, fughe, forature sono facilmente confermabili. Al Tour già esistono difficoltà maggiori; colpa della grandeur che fa gonfiare i distacchi se in fuga c'è un francese, ma quelli sono da sempre così.
Se per giro si intente la vox populi allora il discorso è diverso. Essa non solo è infallibile, ma spesso anche quando si tratta di voci sfacciatamente inventate la ripetizione dona verità. Anche i grassi vengono assimilati in codesta maniera; ma non avendo studiato il latino potrei aver preso una cantonata. Se fosse così mi ritirerò in una casa di riposo cantoniera."

Niente di nuovo: Fronte attendibile.

Lettere al fronte.

Avete dubbi, curiosità, particolarie e non sapete a chi rivolgervi?
Il mondo è brutto ed inospitale e la gente non vi risponde?

Da oggi basta! Ci pensa secondosigillo!

Da oggi basta! Qualcuno vi risponderà!

Fronte Surreale, lì 5.2.07

Futuro losco.

L’Europa morirà con i paramenti di Maastricht.

Fronte Surreale, lì 2.2.07

Viaggio dentro la notte. VII bello.

L’enorme ma proporzionato, almeno al mio occhio, camionista con soli tre passi attraversò la strada e mi si parò di fronte. Con un movimento tanto ampio quanto aggraziato mi prese in braccio proprio come farebbe una madre in abiti del primo novecento con il proprio pargolo tutto fasciato con tanto di cuffietta di pizzo ricamato. Quando mi ebbe completamente tra le sue braccia mi guardò intensamente:
- Non aver paura ora ci sono io.
I tratti decisi del suo volto suscitavano in me allo stesso tempo timore e serenità; la stessa espressione di un padre severo, severo ma giusto.

Mi sentii improvvisamente al sicuro, talmente in pace con me stesso e con il mondo circostante da provare tepore ed aver voglia di abbandonarmi ad un sonno ristoratore. Poteva essere proprio questo quello che cercavo? Calore umano da un essere gigantesco apparso dal nulla o meglio da una pessima osteria dal forte odore di rosso dal sentore di more e mogano? Nonostante tutti i miei sforzi per godere della sensazione che provavo provai in tutti i modi a rovinarla. Sistema di autodifesa? Paura delle reazioni della gente? Non potei rispondermi.
- So come ti senti, anch’io provai un tempo, quello della mia giovinezza, le stesse sensazioni. Mi pareva d’essere un mostro, poi mi guardai allo specchio e vidi realmente quello che ero. Da allora giro il mondo (ecco il perché dell’altezza e della motrice) cercando quelli come me. Per aiutarli.

Non ero dunque l’unico, il solo, ma non trovai nessuna consolazione in quel pensiero; au contraire provai un’immensa infelicità per tutti quelli che versavano nelle mie stesse condizioni. Il sottile confine tra il presagire e il conoscere era sempre fonte di serenità. Ma il blitzkrieg empatico era cominciato e perdevo su tutta la linea.
Dovevo sapere! far domande, ottenere risposte, si capisce, avevo di fronte, o meglio mi aveva in braccio, l’unica speranza di sapere, la fonte della conoscenza. Dovevo abbeverarmi il più possibile, ma proprio nel momento in cui cominciai a parlare una miriade di piccoli esseri violastri alti poco più di due ditali impilati dotati di asce cominciò ad arrampicarsi sulle lunghe leve del mio probabile salvatore.
- Che succede? Che succede? CHE SUCCEDE?
Cominciai a strepitare, scoppiettare, crepitare, gli occhi fiammeggianti e tutto il corollario a star significare dispiacere ed ira.
- Dovresti dirmelo tu.
Di rimando il gigante. I piccoli esseri violastri cominciarono a picchiare con le loro asce, martelli, picconi, pertiche, cunei, martinetti idraulici, paranchi, cesoie, semplici forbici, scalpelli, mazzette; un lavorio frenetico ma di una precisione impeccabili. Pezzetto dopo pezzetto cominciarono a smontare (SMONTARE! PROPRIO QUELLO! AVETE CAPITO BENE!) il gigante fabbricandone paletti, stuzzicadenti assai curiosi, tamburi – quelli servirono a dar ritmo al lavoro anche se non mi sembrò che ce ne fosse un reale bisogno – piccole gru e altri mezzi per la movimentazione dei carichi in generale, casupole e kajak! La faccia in poco più di una decina di secondi fu smantellata, rimasero solo un occhio e un labbro sospesi nell’aria. Cosa potevo rispondere? Ero davvero io il responsabile di quel cantiere? Avevo le autorizzazioni? L’ambiente di lavoro era sicuro e rispondente alla norme vigenti?
- Dovrei saperlo?
- Pfii – parlare con solo un labbro era difficile ma non impossibile – deffi follo hoheentatti follo u uoi emmae uuoo efto
- SOLO TUUUUUUUU SOLO TUUUUUUUUUUUUUUUUUUU
Tuonò un coro di trenta elementi, tutti vestiti da opliti spartani con tanto di flauti, alle nostre spalle.
Cercai di hoheentahmi, ma ottenni solo un aumento del lavorio di quei piccoli esseri che si apprestarono a demolire entrambe le clavicole.

Ritornai a sentirmi in pericolo.

Erboristerico.

Mio padre guardando degli alberi con le folte chiome cadenti mi disse
- Salici
ma non lo feci.

Fronte Surreale, lì 31.1.07

Dictapops vol.5

Nuova puntata della fortunatissima serie Dictapops! - nulla è più pop di un dittatore - Castro edition.
In questo numero:



Castro del ciel. Ogni dittatore ha il suo stellone.

Fronte Surreale, lì 30.1.07

Comportamenti Bandido

"* I Comportamenti Bandido, e le Risse Bandido in particolare, presentano molte somiglianze con certi aspetti della Realtà Subatomica. Per esempio, nella maggior parte delle condizioni sperimentali non si vede mai in opera il meccanismo reale degli eventi che conducono a un certo esito (dal risultato traspare con evidenza che l'elettrone si è comportato così o così, ma non si può mai "vedere" quello specifico elettrone o quello che ha fatto per arrivare al risultato). Dalla nostra posizione di osservatori esterni al bar, High Pockets ed io non potevamo vedere il caotico disordine dell'interno (supponiamo che i Bandidos rappresentino degli elettroni eccitati), ma potevamo vedere il risultato di quel caos: c'era continuamente qualche Bandido che volava da una finestra o fuori dalla porta (ogni Bandido che vola fuori rappresenta un elettrone che colpisce una lastra fotografica o un altro strumento di musura)."

A.C. Weisbecker

Secche del linguaggio.

"** L'astuto lettore avrà già capito che, siccome prima del Big Bang non c'era niente, l'aggettivo "Big" è piuttosto dubbio. Sono pronto ad ammettere che non c'era nessun piccolo Bang a cui paragonarlo ma, come ho detto prima, sto avanzando tra le secche del linguaggio. "

A.C. Weisbecker

Fronte Surreale, lì 25.1.07

Di Segni dell'Artista

Terzo! appuntamento con l'Artista.
Fronte Surreale: (n.p.)

Artista all'operaArtista all'operaArtista all'opera
123

Le opere presentante in questo numero:

1. Dittico di Lucifero - prima parte - particolare. Indelebile su carta.
2. Dittico di Lucifero - seconda parte - particolare. Indelebile su carta.
3. Il Serpente EC EC... Indelebile su carta.

Continua [...]

Avvertenza: se possedete materiale sull'Artista od addirittura possedete sue notizie contattate il Fronte Surreale; verrete ascoltati.

Fronte Surreale, lì 24.1.07

Pensavo:

Forse ci vorrebbe un sottofondo musicale.

O più immagini?

Happy hour dalle 18 fino a fine serata?

Pizzette? Come queste?

Meno canovacci?

Messaggi subliminali! ( Sì, ma come? )

Un negozio con due luci sulla via principale?

Dichiarare guerra all'Austria?

Viaggio dentro la notte. VI ( volevo bene.)

So I speak, though, am I heard...?
Wasting visions on a world of blinded fools.

Capii ben presto che non ce l’avrei fatta in quella maniera, a piedi, a salvarmi seppur per un breve periodo. Dovevo pensare al medio termine, il lungo è ignoto e imprevedibile quindi perché curarsene? Mi scontrai ancora una volta con le mie scelte passate; e amici no, e macchina no, e neanche l’aggeggio a due ruote che doveva rivoluzionare il mondo dei trasporti: niente insomma. Ero dunque spacciato? Non dovevo e non volevo arrendermi e così stringendo denti e pugni avanzai nella notte. Le tre e dieci minuti ed un unico obiettivo: raggiungere salvo e possibilmente vivo l’alba, ma la seconda condizione non implicava la prima.


Correre. Correre. Correre.

Pensandolo potevo convincere i muscoli? Ci provai e meraviglia ci riuscii; un passo dopo l’altro mi ritrovai a procedere ad andatura sostenuta, da mezzofondista bianco, devo ammettere. Passai di fianco alla brutta chiesa in cemento armato e poco slancio mistico del mio quartiere, retaggio di nessuna corrente concettuale, mancanza di stile, abbondanza di bruttura. Le vetrate così poco antiche scimmiottanti ben altri antichi fasti mi fecero rabbrividire. Motivi senza motivi, neanche un riferimento all’Agnello od a qualche profeta minore. Nulla. Fui tentato di trovare un rifugio nella casa del Signore, ma riuscii a resistere senza troppa difficoltà. Le chiese sono amplificatori e la musica che sentivo non mi piaceva proprio. ( pensieri dialettali ed espressi in maniera approssimativa, ma la situazione lo richiede ) Mi vedevo già nascosto, in cerca di riparo come i Rolling Stone, dietro l’altare in prossimità del seggio del prete a leggere le scritture, che in molti ritengono sacre, alla ricerca di un po’ di pace e di tempo da far trascorrere. La visione, questa volta non distorta, mi atterrì. Scappai verso la strada principale, la nota arteria, questa volta deciso a fronteggiarmi.

Arrivato sul ciglio della strada mi fermai, in attesa, appoggiato ad un paracarro catarifrangente. Durante i primi tre minuti primi non accadde nulla di strano. Poi… Poi il delirio cominciò sulle note del Bolero di Ravel suonato a suon di catarifrangenti che uno dopo l’altro si illuminavano a tempo e si misero a vibrare emettendo ognuno un suono preciso. Piano piano, lento lento cominciò il motivo di chiara ispirazione infernale a riecheggiare nell’aria. Anche le macchine che sfrecciavano a pochi centimetri dalla punta del mio piede sinistro, maldestramente appoggiato alla riga bianca, sembravano partecipare alla sinfonia alzando il volume ( il TONO? ) dei paletti. VRRRROOOOOOMMMMM e taaatatatataaaa ricomincia. VROOOOOOOOOMMMMM (un diesel euro 2) e taaatatatataaaa, il motivo lo conoscete. Le stringhe, loro, se ne stavano tranquille e le maniche avevano rifatto l’orlo a cui tanto tenevo, questione di affetti. Dalla trattoria di fronte uscì un camionista altissimo, mai visto uno così in vista mia, aprì la portiera della motrice e si piegò per entrare. All’improvviso, quando ormai un buon 30% di quel gigantesco ma proporzionato corpo era già all’interno della cabina, si girò verso di me. Ritirò fuori il corpo già riposto e si incamminò proprio nella mia direzione. Rimasi fermo, con la strenua convinzione di non essere distinguibile dallo sfondo. Convinzione che svanì quando sentii un paio di operai, dall’accento marcatamente veneto, pronunciare “finio”.

Mi voltai ed un cartellone pubblicitario con una discinta donzella che vendeva silicone era apparso come dal nulla, con tanto di luci e menate del genere. Ero senza copertura ed il gigante si avvicina per forza di cose a grandi passi.


Terrorizzai.

"Giorni di Giubilo" la lieta blognovela - 17° Episodio

La voce narrante
"Puntata n°17 o 16 + 1 per gli scaramantici. Ritorniamo a bomba nei meandri del Pianeta Base della Resilienza."
Primo, il giovane allievo
"Krtased! Compagno di ventura, poscia codesta essere un'altra occasione di mostrare la nostra beltade et il nostro coraggio! Accompagnami dunque a svelar una volta per tutte il mistero di codesti lamenti!"
Uno dei Guardiani delle Viscere
"KAreRrRQ!"
Primo, il giovane allievo
"E sia!"
La voce narrante
"Primo e Krtased si inoltrano nel buio e misterioso antro dal quale giungono lamenti strazianti."
Immagine non disponibile
"Aaaaaah... Aaaaaah..."
Primo, il giovane allievo
"Chi giace e si lamenta in codesto antro! Svelati ordunque! Non farci aspettar ancora! Krtased, amico, illumina questo antro!"
La voce narrante
"Krtased usando le zampe anteriori, un paio di pietre ed uno strano getto corporeo crea una lingua di fuoco che rischiara a giorno l'antro una volta buio."
Primo, il giovane allievo
"Non è possibile! Sgomento e incredulità pervadono il mio giovanile corpo! La mia mente vacilla davanti a codesta scena! Sarà forse un altro miraggio del diabolico Millo? Possibile che voi siate..."
Una guardia della base sotterranea della Resilienza
"Signore! La Prigione è stata violata! Non capisco.."
Millo, il capo carismatico della Resilienza
"Ora mi è tutto chiaro, questa notizia non mi stupisce, ma mi spaventa. Primo è ancora vivo!"
Uan Kanopy, saggio guerriero
"Impossibile!"
Il Maestro Ydioda
"Ora di pranzo è. Fame io ha."
Millo, il capo carismatico della Resilienza
"Non adesso bell'Ydioda. Non adesso. Se Primo riesce a liberare il prigioniero per noi le cose si mettono davvero male"
Angie, Console Supremo di Ulva
"Chi è questo prigioniero? Ma soprattutto perché le cose si mettono male?"
Condiriso, Generale Supremo delle Forze di Ulva
"Prendo una squadra!"
Il Maestro Ydioda
"Riga preso ho! Disegno tecnico mia specialità è!"
Uan Kanopy, saggio guerriero
"Va bene Ydioda, va bene. Condiriso vengo anch'io! Mi sento in colpa per non aver avvertito la presenza della minaccia! Ne va del mio onore e del mio stipendio come Cavaliere Jovedi."
Millo, il capo carismatico della Resilienza
"Rimanete qui amici, se libera il prigioniero non avrete scampo da soli. Meglio aspettarli qui, tutti insieme."
Angie, Console Supremo di Ulva
"Dicci chi è questo prigioniero! Non tenerci in questa situazione seccante! Le mie mucose non possono sopportare altro. Parla Millo!"
Millo, il capo carismatico della Resilienza
"Il prigioniero è..."
Primo, il giovane allievo
"Voi siete .."
Il Conte Dalv III, oscura entità maligna
"Sono io, il Conte Dalv III!"
Uan Kanopy, saggio guerriero
"Non è possibile, non lui, lui è.."
Il Conte Dalv III, oscura entità maligna
"E per molti secoli sono morto."
Primo, il giovane allievo
"Posso chiamarVi Oscura Entità, Oscura Entità?"
Il Conte Dalv III, oscura entità maligna
"Prima liberatemi da queste benedette catene, poi vedremo."
Primo, il giovane allievo
"Immanintemente Vostra Oscurissima Entità."
Una guardia della base sotterranea della Resilienza
"Ehi quella è la mia battuta, ladro!"
La voce narrante
"Chi sarà questo Dalv III? E perché tutti lo temono così tanto se è da così tanto tempo in catene? Sarà poi così pericoloso?"
Il Conte Dalv III, oscura entità maligna
"Stai attento narratore. Stai molto attento."
La voce narrante
"Certo Vosta Oscurissima Entità. Alla prossima puntata!"

Fronte Surreale, lì 22.1.07

Dictapops vol.4

Quarta puntata della fortunata serie Dictapops! - nulla è più pop di un dittatore
In questo numero:



iPot - La dittatura nella musica portatile

disponibile anche in versione "puro stile apple":



iPot - La dittatura fica nella musica portatile.

Fronte Surreale, lì 19.1.07

. della situazione.

Proseguire il Viaggio: in corso.
Proseguire l'altro racconto: in corso.
Organizzazione progetto super segreto: in corso.
Blognovela - nuove puntate + incredibili colpi di scena: in corso.

Insomma tutto in corso.

Fronte Surreale: il nuovo (niente) in corso.

Fronte Surreale, lì 17.1.07

Viaggio dentro la notte. V

All’improvviso ebbi l’illuminazione. Avevo bisogno di più velocità, dovevo assolutamente accelerare: era forse questa la soluzione alla mia per nulla chiara domanda. Al momento non riuscii a pensare ad altro di più sensato, non mi restava che tentare. Sarebbe bastato correre? Magari in maniera progressiva, senza strappi, con accelerazione costante, in maniera completamente opposta al rospo o rana che fosse. E se non fosse stato sufficiente? Mi sarei riarenato in maniera se possibile peggiore sulla battigia delle mie visioni? Tanto valeva provare comunque, senza pensare alle conseguenze, la mia principale fonte d’inibizione. Cominciai a muovere i piedi contando i passi, con un metronomo mentale a scandire la cadenza, alla ricerca di un ritmo, uno qualsiasi!, da tenere. Cominciai a sentire una sensazione di sollievo, esperimento riuscito? Funzionava? Il lasso di tempo trascorso era troppo breve e la mia attitudine alla corsa troppo scarsa. Ben presto l’acido lattico, altra arma al servizio della mia imperizia, mi bloccò i muscoli. Quanto tempo era trascorso dall’ultima corsa (test di Cooper esclusi)? Ansimai appoggiato ad un muro. Le stringhe, cosa di per sé singolare, cominciarono ad allungarsi agitandosi come piccoli serpenti. Rimasi leggermente stupito quando vidi quei minuscoli filamenti di tessuto cercare di infilarsi nelle crepe del marciapiede, tra gli anfratti del catrame, là dove nascono fili d’erba e fiori venuti da chi sa dove. Non capii subito le loro intenzioni, ma quando le vidi scavare, solo allora, compresi il loro disegno: tenermi fermo! Ancorato al terreno! Radici da scarpe di marca! Era un segno, l’ennesimo, da non sottovalutare: la risposta ad una delle domande della sera. Dovevo muovermi. Assolutamente. Cercare la velocità così da far scivolare via le mie visioni come neve dal tetto di una macchina in corsa. Dovevo diventare una macchina, in corsa per di più! Ma prima dovevo liberarmi delle stringradici e dal loro subdolo tentativo di boicottaggio. Cercai di strapparle dal terreno ma si erano già troppo conficcate, non solo, cercarono pure di pungermi riemergendo da un altro punto. Tentai di togliermi le scarpe ma le stringhe reagirono stringendo i miei già doloranti piedi in una morsa degna di un boa di medie dimensioni, ma potrei sbagliarmi, non sono un esperto di rettili. Ogni mia mossa veniva contrastata in modo non solo repentino ma azzarderei ingegnoso. Dovevo trovare una soluzione, una via d’uscita ed anche molto velocemente visto che anche le maniche della giacca sembravano voler partecipare alla tenzone allungandosi. In pochi secondi avevano già guadagnato qualche centimetro rompendo gli orli che mia nonna fece con tanta cura e perizia. Cosa potevo fare? Infilai la mano in tasca e trovai un mazzo di chiavi ed un fiammifero. Lo sfregai e lo avvicinai alle stringhe nel tentativo di spaventarle con la piccola, ma significativa, fiammella. Subito si ritrassero come spaventate in preda a moti di panico, quasi fossero prese da convulsioni. Avvicinai ancora di più la fiamma alla radice delle mie nuovi radici ottenendo una vittoria più che completa: schiacciante. Ero di nuovo libero, ma per quanto? Dovevo rimettermi in marcia nonostante i pareri contrari di gambe e vari organi interni. Dovevo.

Fronte Surreale, lì 16.1.07

"Giorni di Giubilo" la lieta blognovela - 16° Episodio

La voce narrante
"Sedicesima puntata della novela più intricata e confusa della blogosfera. Bella parola blogosfera, non come caleidoscopio, ma ci siamo."
Primo, il giovane allievo
"Ora non voglio udire storia alcuna. E' giunto il mio turno."
La voce narrante
"Prego."
Primo, il giovane allievo
"Niente introduzione? Nessuna frase per creare il necessario pathos?"
La voce narrante
"No. E' il tuo turno, gestiscetelo."
Primo, il giovane allievo
"Il trattamento riservatomi è davvero incomprensibile. In questa storia mi vengono solo riservati pesci in faccia e male parole! Tutto ciò non è più tollerabile! Avrete ben presto notizie dai miei legali!"
Primo, il giovane allievo
"..."
La voce narrante
"..."
Primo, il giovane allievo
"Ho capito. non v'è speranza alcuna per questa puntata. Poco male, farò di necessità virtù. D'ora in poi mi accollerò anche il gravoso dovere della narrazione!"
La voce narrante
"Prego"
Primo, il giovane allievo
"Dunque.. Ah, ora rimenbro, Krtased! Conducimi infine alla base della resilienza affinchè io possa far scempio dei loro futili corpi e portare a termine la missione affidatami dall'Oscuro Maestro!"
La voce narrante
"Forse affidarti il ruolo di narratore non è stata una grande idea."
Primo, il giovane allievo
"Ognun il suo?"
La voce narrante
"Andata!"
Uno dei Guardiani delle Viscere
"Kuths frud guttub knak lesot"
La voce narrante
"Come?"
Primo, il giovane allievo
"Kuths frud guttub knak lesot"
La voce narrante
"..."
Primo, il giovane allievo
"Ah! Capisco, volevate la traduzione, Krtased ha appena sibilato le seguenti parole: - Andiamo dunque verso la base della minuscola resilienza e facciamone scempio. Seguitemi!"
La voce narrante
"Noto che Krtased ormai parla come te, Primo."
Primo, il giovane allievo
"Basta illazioni su un nostra possibile quanto proficua amicizia intima! Krtased è solo un compagno d'arme, morbido, ma d'arme."
La voce narrante
"Va bene. La smetto. Riprendiamo. Primo, il suo morbido compagno d'arme e gli altri Guradiani delle Viscere si incamminano alla volta della base delle Resilienza, quando la loro attenzione viene distolta da un lamento"
Immagine non disponibile
"Aaaaaah... Aaaaaah..."
Primo, il giovane allievo
"Perbacco! Cosa sono questi lamenti strazianti, ma cosa ancora più maravigliosa, chi è l'emettitore?"
Immagine non disponibile
"Aaaaaah... Aaaaaah..."
Primo, il giovane allievo
"Sembran provenire da quell'angusto e tetro antro. Che sia un'altra delle sagaci quanto inutili mossa di quel diavolo di un Millo per trarmi in inganno e mettere in pericolo la riuscita della mia Missione?"
La voce narrante
"La puntata odierna viene interrotta per eccesso di retorica e linguaggio ampolloso. Alla prossima!"