Fronte Surreale, lì 20.12.06

Alla Surreale, cucina casalinga, chiedere Franca.

A causa della sfavorevole congiuntura economica ho dovuto rinunciare alle crudite ed ai piatti d'entrata, un vero e proprio antifasto.
Ho avuto assicurazioni che i dessert nel regno dei cieli saranno i primi, ma ai primi ho visto fare dei numeri!
I secondi preparati con torni.
Ho mangiato dei bolliti di bestie selvatiche. Animali allo stato brodo.

Mi son trovato bene, ci tornerò.

Fronte Surreale, lì 14.12.06

Viaggio dentro la notte. Ancora.

Nonostante i miei sforzi non riuscii a prendere sonno, la visione di quel maledetto spigolo mi tolse il sonno in maniera più che definitiva. Mi alzai e la cosa più logica mi parve farmi una doccia rigenerante in grado di lavar via oltre alle fatiche della giornata anche le mie allucinazioni. Aprii il miscelatore cercando il calore del tutto rosso ma venni investito da una pioggia di un blu innaturalmente intenso. Un pungente odore di cloro mi circondò in pochi istanti facendomi lacrimare come una vergine al primo rapporto. Inutilmente cercai di sfregare le spiacevoli sensazioni del mio essere. Chiusi l’acqua con un gesto di disappunto e mi vestii con il mio vestito migliore. Infilai con cura il panciotto, retaggio di un passato ormai troppo lontano e presi il vecchio orologio a cipolla regalatomi dal mio avo più prossimo. Appena lo aprii per controllare quale ora della notte scura fosse il quadrante andò in mille pezzi. Ne uscirono mille ragnetti neri che, presi da spirito propositivo, si misero a comporre strane scritte sul bianco delle pareti della mia camera. Rimasi non più di tanto stupito nel leggere quelle parole a volte senza senso a volte dotate di un senso troppo profondo composte dai minuscoli aracnidi sul liscio della parete. Tutti, più o meno, inni alla Fine. Eccola ritornare prepotente. Lei, la mia dolce ed opprimente consorte. Quando i ragni composero la figura di un angelo maestoso con una spada ardente mi decisi ad uscire, per la seconda volta in un breve lasso di tempo, e vagare per le strade della mia piccola città. Inforcai la porta e mi allontanai senza neanche prendermi la briga di chiudere a chiave. Una fila di piccoli punti neri animati composero la scritta ADDIO in German Blackletter 15th c. 25 pixel sulla porta appena chiusa. Fu un segno difficile da trascurare.

Fronte Surreale, lì 13.12.06

Di lavoro, per un dottore della testa, ce n'è per una vita.

Giusto per continuare il viaggio dentro la notte.

Fronte Surreale, lì 12.12.06

Auto cito. Noleggio SUR.

"Ho chiamato tutti perché non avevo voglia di sentire nessuno".

secondosigillo

Viaggio dentro la notte.

Il mio viaggio cominciò una notte come molte altre. Solito buio, pesto, presto essendo inverno, a far da cornice ad un quadro muto. Come ogni notte mi ritrovai a fantasticare ad occhi aperti sull'Ultimo Giorno, quello del Giudizio per chi ci crede, quello della Fine per tutti gli altri. Mi ritrovai a pensare di onde energetiche e musi lunghi trasformati in facce da pesce, con le stanghette degli occhiali Bulgari adagiate sulle branchie o sulle pinne caudali a seconda del modello. In quel momento, bocca serrata in una smorfia sorridente, ecco apparire i gendarmi con il solito fare da tutore della legge dei ricchi, manganello basculante e carrozza a motore.
- "Si è perso signore?"
Avere almeno quella, la certezza della perdita, del non trovare soluzione, sarebbe un punto di partenza.
- "Non proprio"
I gendarmi ripresero la ronda, io ripresi la visione, mentre mi infilavo in un bar, uno degli ultimi aperti a quell'ora della nera notte e mi ritrovai immerso in una luce fioca, dieci occhi pronti a mutare si girarono verso di me, trapassando le carni e continuando a ricercare il punto di fuga della loro alterata prospettiva. Chinai i passi uno davanti all'altro in direzione del bancone ligneo segnato da tempo e bicchieri amari.
Ordinai una sambuca, come ero avezzo fare in quel di Calais, e continuai a pensare a quei maledetti occhi di pesce che mi fissavano poco prima dell'avvento dei gendarmi. Erano tra noi? Era vero? Sognavo? La calotta cranica vacillò sotto i colpi dei punti di domanda.
Trangugiai il liquore con avidità, calore diffuso, naso colante.
Ne ordinai altre con l'intenzione chiara di stordire le mie visioni, di ottenere nitidezza nella foschia alcolica. Non ci riuscii. Tornai a casa, mi rimisi sotto le coltri e fissando l'angolo in alto a destra della mia stanza mi interrogai, ancora una volta, sulla vera natura degli spigoli.

Fronte Surreale, lì 11.12.06

1478. Quasi 1500.

L'ospedale in Firenze andò in subbuglio quando i Medici non sedarono la congiura dei Pazzi.

Fronte Surreale, lì 6.12.06

La lieta novella.

E' nata!

Non fatela morire.

Chi ha detto Golem?, prima parte

Quando proferì le parole la creatura, alta solo mezzo braccio, si animò scossa da un fremito. Si alzò ritta nella mano del Creatore ed i suoi occhi, dischiusi, si animarono del fuoco della Vita. Fece appena in tempo ad alzare le piccole braccia di creta prima che il Creatore proferisse le parole che le tolsero il Soffio Vitale dal piccolo corpo. Si accasciò come una marionetta alla quale vengono tagliati i fili.
- Ci sono riuscito. Ho dato la Vita. Ho dato la Morte. Sono finalmente il Creatore.

Fronte Surreale, lì 4.12.06

Surripedia. Terza informata.

F.

Futile
s.m. oggetto utile in passato.

R.

Romanzo s.m. bovino nomade.

L'esperimento continua.