Viaggio dentro la notte. Non (h)o capito lo.
Mi accesi una sigaretta con l’intento di farmi rimproverare, ma non successe nulla, se non una leggera nebbiolina al di qua del vetro. Il camionista, che aveva assunto una posa degna della più agile e minuta contorsionista cinese in una scatola XXXS, continuò a sgranare marce ed a controllare i vari indicatori.
- Gasolio – disse emettendo un rantolo, dovevo pensare a qualcosa per farglielo passare – dobbiamo fermarci a fare rifornimento.
Lo guardai con aria sbigottita, avevo il terrore dell’assenza di movimento, ero schiavo della velocità! Cosa sarebbe successo una volta fermati? Gli esseri violacei avrebbe attaccato ancora la nostra posizione? Ci saremmo potuti difendere in qualche modo?
- Fai così – un altro rantolo, dal polmone sinistro questa volta – quando ci fermiamo pensa intensamente a qualche oggetto – emise a questo punto uno squittio acuto, la trachea pensai – in movimento. Un razzo, una macchina, il nostro pianeta invece lascialo stare è troppo relativamente lento.
Il mio sguardo doveva aver fatto trasparire le mie emozioni evidentemente, presi quel consiglio e lo serbai come una caramella di zucchero troppo deliziosa per essere divorata subito.
La stazione di servizio si stagliò minacciosa all’orizzonte con un orgasmo continuo di luci e prezzi in bella evidenza, presi in considerazione di fare dello shopping al piccolo negozio annesso.
Il camionista gigante mise la freccia ed imboccò la corsia di uscita, entrammo lenti, troppo lenti, all’interno dell’area di servizio.
- Comincia a pensare! Adesso – ed aggiunse un fischio, pittoresco in quel momento.
Mi venne in mente subito un cesto di lumache, mi fissai sull’immagine di una tartaruga, il mio cervello non collaborava: un essere violaceo spuntò dall’accendisigari, il panico mi colse! ma appena giunse alla leva del cambio riuscii a pensare ad una locomotiva, a vapore, in partenza da una stazione di provincia. Il piccolo essere divenne evanescente, cominciò a dissolversi con l’aumentare della pressione nella caldaia
- ALTRA LEGNA! – urlai senza ritegno
La locomotiva cominciò a scalciare, sbuffare, emettere fischi e stridi e slittando sulle rotaie cominciò a viaggiare; il piccolo essere svanì completamente.
- Bravo
- Grazie, ma adesso facciamo gasolio, in fretta!
La motrice si fermò, la locomotiva prese velocità, il camionista scese. Nei miei pensieri si materializzò una montagna, la locomotiva perse velocità.
- Non ora! – gridai ancora
Mi concentrai fino a quando le tempie si gonfiarono come i pneumatici che stavano fermi a pochi centimetri dalla mie suole e la montagna svanì anche lei, lasciando lo spazio ad una dolce discesa in una valle aperta. La Torre Eiffel sullo sfondo.
- Fatto! – disse il gigante – possiamo ripartire
E ricominciò la procedura per rientrare al suo posto guida, rimise in moto e lasciammo l’area di servizio in poco tempo; lanciai il mozzicone della sigaretta fuori dal finestrino giusto in tempo per causare un’esplosione calda e colorata.
“Così non potranno seguirci” pensai distrattamente.