Fronte Surreale, lì 7.2.07

Campionati del mondo che passione!

Il Fronte Surreale continua nelle sue esplorazioni.
Nuova serie, nuovo tag: campionati del mondo.
Già presentato: campionato del mondo di tortura.

Fronte Surreale, lì 6.2.07

Risposte del Fronte

Chiede Fiorani: "Io vorrei sapere se risponde a verità quello che si dice in giro."

Risponde GianMattero Castelloni docente di otorinolangoiatria:

"Dipende da che giro si intende. Se ci si riferisce al Giro d'Italia è chiaro che radiocorsa, unica depositaria delle informazioni, rilascia solo verità: distacchi, fughe, forature sono facilmente confermabili. Al Tour già esistono difficoltà maggiori; colpa della grandeur che fa gonfiare i distacchi se in fuga c'è un francese, ma quelli sono da sempre così.
Se per giro si intente la vox populi allora il discorso è diverso. Essa non solo è infallibile, ma spesso anche quando si tratta di voci sfacciatamente inventate la ripetizione dona verità. Anche i grassi vengono assimilati in codesta maniera; ma non avendo studiato il latino potrei aver preso una cantonata. Se fosse così mi ritirerò in una casa di riposo cantoniera."

Niente di nuovo: Fronte attendibile.

Lettere al fronte.

Avete dubbi, curiosità, particolarie e non sapete a chi rivolgervi?
Il mondo è brutto ed inospitale e la gente non vi risponde?

Da oggi basta! Ci pensa secondosigillo!

Da oggi basta! Qualcuno vi risponderà!

Fronte Surreale, lì 5.2.07

Futuro losco.

L’Europa morirà con i paramenti di Maastricht.

Fronte Surreale, lì 2.2.07

Viaggio dentro la notte. VII bello.

L’enorme ma proporzionato, almeno al mio occhio, camionista con soli tre passi attraversò la strada e mi si parò di fronte. Con un movimento tanto ampio quanto aggraziato mi prese in braccio proprio come farebbe una madre in abiti del primo novecento con il proprio pargolo tutto fasciato con tanto di cuffietta di pizzo ricamato. Quando mi ebbe completamente tra le sue braccia mi guardò intensamente:
- Non aver paura ora ci sono io.
I tratti decisi del suo volto suscitavano in me allo stesso tempo timore e serenità; la stessa espressione di un padre severo, severo ma giusto.

Mi sentii improvvisamente al sicuro, talmente in pace con me stesso e con il mondo circostante da provare tepore ed aver voglia di abbandonarmi ad un sonno ristoratore. Poteva essere proprio questo quello che cercavo? Calore umano da un essere gigantesco apparso dal nulla o meglio da una pessima osteria dal forte odore di rosso dal sentore di more e mogano? Nonostante tutti i miei sforzi per godere della sensazione che provavo provai in tutti i modi a rovinarla. Sistema di autodifesa? Paura delle reazioni della gente? Non potei rispondermi.
- So come ti senti, anch’io provai un tempo, quello della mia giovinezza, le stesse sensazioni. Mi pareva d’essere un mostro, poi mi guardai allo specchio e vidi realmente quello che ero. Da allora giro il mondo (ecco il perché dell’altezza e della motrice) cercando quelli come me. Per aiutarli.

Non ero dunque l’unico, il solo, ma non trovai nessuna consolazione in quel pensiero; au contraire provai un’immensa infelicità per tutti quelli che versavano nelle mie stesse condizioni. Il sottile confine tra il presagire e il conoscere era sempre fonte di serenità. Ma il blitzkrieg empatico era cominciato e perdevo su tutta la linea.
Dovevo sapere! far domande, ottenere risposte, si capisce, avevo di fronte, o meglio mi aveva in braccio, l’unica speranza di sapere, la fonte della conoscenza. Dovevo abbeverarmi il più possibile, ma proprio nel momento in cui cominciai a parlare una miriade di piccoli esseri violastri alti poco più di due ditali impilati dotati di asce cominciò ad arrampicarsi sulle lunghe leve del mio probabile salvatore.
- Che succede? Che succede? CHE SUCCEDE?
Cominciai a strepitare, scoppiettare, crepitare, gli occhi fiammeggianti e tutto il corollario a star significare dispiacere ed ira.
- Dovresti dirmelo tu.
Di rimando il gigante. I piccoli esseri violastri cominciarono a picchiare con le loro asce, martelli, picconi, pertiche, cunei, martinetti idraulici, paranchi, cesoie, semplici forbici, scalpelli, mazzette; un lavorio frenetico ma di una precisione impeccabili. Pezzetto dopo pezzetto cominciarono a smontare (SMONTARE! PROPRIO QUELLO! AVETE CAPITO BENE!) il gigante fabbricandone paletti, stuzzicadenti assai curiosi, tamburi – quelli servirono a dar ritmo al lavoro anche se non mi sembrò che ce ne fosse un reale bisogno – piccole gru e altri mezzi per la movimentazione dei carichi in generale, casupole e kajak! La faccia in poco più di una decina di secondi fu smantellata, rimasero solo un occhio e un labbro sospesi nell’aria. Cosa potevo rispondere? Ero davvero io il responsabile di quel cantiere? Avevo le autorizzazioni? L’ambiente di lavoro era sicuro e rispondente alla norme vigenti?
- Dovrei saperlo?
- Pfii – parlare con solo un labbro era difficile ma non impossibile – deffi follo hoheentatti follo u uoi emmae uuoo efto
- SOLO TUUUUUUUU SOLO TUUUUUUUUUUUUUUUUUUU
Tuonò un coro di trenta elementi, tutti vestiti da opliti spartani con tanto di flauti, alle nostre spalle.
Cercai di hoheentahmi, ma ottenni solo un aumento del lavorio di quei piccoli esseri che si apprestarono a demolire entrambe le clavicole.

Ritornai a sentirmi in pericolo.

Erboristerico.

Mio padre guardando degli alberi con le folte chiome cadenti mi disse
- Salici
ma non lo feci.

Fronte Surreale, lì 31.1.07

Dictapops vol.5

Nuova puntata della fortunatissima serie Dictapops! - nulla è più pop di un dittatore - Castro edition.
In questo numero:



Castro del ciel. Ogni dittatore ha il suo stellone.

Fronte Surreale, lì 30.1.07

Comportamenti Bandido

"* I Comportamenti Bandido, e le Risse Bandido in particolare, presentano molte somiglianze con certi aspetti della Realtà Subatomica. Per esempio, nella maggior parte delle condizioni sperimentali non si vede mai in opera il meccanismo reale degli eventi che conducono a un certo esito (dal risultato traspare con evidenza che l'elettrone si è comportato così o così, ma non si può mai "vedere" quello specifico elettrone o quello che ha fatto per arrivare al risultato). Dalla nostra posizione di osservatori esterni al bar, High Pockets ed io non potevamo vedere il caotico disordine dell'interno (supponiamo che i Bandidos rappresentino degli elettroni eccitati), ma potevamo vedere il risultato di quel caos: c'era continuamente qualche Bandido che volava da una finestra o fuori dalla porta (ogni Bandido che vola fuori rappresenta un elettrone che colpisce una lastra fotografica o un altro strumento di musura)."

A.C. Weisbecker

Secche del linguaggio.

"** L'astuto lettore avrà già capito che, siccome prima del Big Bang non c'era niente, l'aggettivo "Big" è piuttosto dubbio. Sono pronto ad ammettere che non c'era nessun piccolo Bang a cui paragonarlo ma, come ho detto prima, sto avanzando tra le secche del linguaggio. "

A.C. Weisbecker

Fronte Surreale, lì 25.1.07

Di Segni dell'Artista

Terzo! appuntamento con l'Artista.
Fronte Surreale: (n.p.)

Artista all'operaArtista all'operaArtista all'opera
123

Le opere presentante in questo numero:

1. Dittico di Lucifero - prima parte - particolare. Indelebile su carta.
2. Dittico di Lucifero - seconda parte - particolare. Indelebile su carta.
3. Il Serpente EC EC... Indelebile su carta.

Continua [...]

Avvertenza: se possedete materiale sull'Artista od addirittura possedete sue notizie contattate il Fronte Surreale; verrete ascoltati.

Fronte Surreale, lì 24.1.07

Pensavo:

Forse ci vorrebbe un sottofondo musicale.

O più immagini?

Happy hour dalle 18 fino a fine serata?

Pizzette? Come queste?

Meno canovacci?

Messaggi subliminali! ( Sì, ma come? )

Un negozio con due luci sulla via principale?

Dichiarare guerra all'Austria?

Viaggio dentro la notte. VI ( volevo bene.)

So I speak, though, am I heard...?
Wasting visions on a world of blinded fools.

Capii ben presto che non ce l’avrei fatta in quella maniera, a piedi, a salvarmi seppur per un breve periodo. Dovevo pensare al medio termine, il lungo è ignoto e imprevedibile quindi perché curarsene? Mi scontrai ancora una volta con le mie scelte passate; e amici no, e macchina no, e neanche l’aggeggio a due ruote che doveva rivoluzionare il mondo dei trasporti: niente insomma. Ero dunque spacciato? Non dovevo e non volevo arrendermi e così stringendo denti e pugni avanzai nella notte. Le tre e dieci minuti ed un unico obiettivo: raggiungere salvo e possibilmente vivo l’alba, ma la seconda condizione non implicava la prima.


Correre. Correre. Correre.

Pensandolo potevo convincere i muscoli? Ci provai e meraviglia ci riuscii; un passo dopo l’altro mi ritrovai a procedere ad andatura sostenuta, da mezzofondista bianco, devo ammettere. Passai di fianco alla brutta chiesa in cemento armato e poco slancio mistico del mio quartiere, retaggio di nessuna corrente concettuale, mancanza di stile, abbondanza di bruttura. Le vetrate così poco antiche scimmiottanti ben altri antichi fasti mi fecero rabbrividire. Motivi senza motivi, neanche un riferimento all’Agnello od a qualche profeta minore. Nulla. Fui tentato di trovare un rifugio nella casa del Signore, ma riuscii a resistere senza troppa difficoltà. Le chiese sono amplificatori e la musica che sentivo non mi piaceva proprio. ( pensieri dialettali ed espressi in maniera approssimativa, ma la situazione lo richiede ) Mi vedevo già nascosto, in cerca di riparo come i Rolling Stone, dietro l’altare in prossimità del seggio del prete a leggere le scritture, che in molti ritengono sacre, alla ricerca di un po’ di pace e di tempo da far trascorrere. La visione, questa volta non distorta, mi atterrì. Scappai verso la strada principale, la nota arteria, questa volta deciso a fronteggiarmi.

Arrivato sul ciglio della strada mi fermai, in attesa, appoggiato ad un paracarro catarifrangente. Durante i primi tre minuti primi non accadde nulla di strano. Poi… Poi il delirio cominciò sulle note del Bolero di Ravel suonato a suon di catarifrangenti che uno dopo l’altro si illuminavano a tempo e si misero a vibrare emettendo ognuno un suono preciso. Piano piano, lento lento cominciò il motivo di chiara ispirazione infernale a riecheggiare nell’aria. Anche le macchine che sfrecciavano a pochi centimetri dalla punta del mio piede sinistro, maldestramente appoggiato alla riga bianca, sembravano partecipare alla sinfonia alzando il volume ( il TONO? ) dei paletti. VRRRROOOOOOMMMMM e taaatatatataaaa ricomincia. VROOOOOOOOOMMMMM (un diesel euro 2) e taaatatatataaaa, il motivo lo conoscete. Le stringhe, loro, se ne stavano tranquille e le maniche avevano rifatto l’orlo a cui tanto tenevo, questione di affetti. Dalla trattoria di fronte uscì un camionista altissimo, mai visto uno così in vista mia, aprì la portiera della motrice e si piegò per entrare. All’improvviso, quando ormai un buon 30% di quel gigantesco ma proporzionato corpo era già all’interno della cabina, si girò verso di me. Ritirò fuori il corpo già riposto e si incamminò proprio nella mia direzione. Rimasi fermo, con la strenua convinzione di non essere distinguibile dallo sfondo. Convinzione che svanì quando sentii un paio di operai, dall’accento marcatamente veneto, pronunciare “finio”.

Mi voltai ed un cartellone pubblicitario con una discinta donzella che vendeva silicone era apparso come dal nulla, con tanto di luci e menate del genere. Ero senza copertura ed il gigante si avvicina per forza di cose a grandi passi.


Terrorizzai.

"Giorni di Giubilo" la lieta blognovela - 17° Episodio

La voce narrante
"Puntata n°17 o 16 + 1 per gli scaramantici. Ritorniamo a bomba nei meandri del Pianeta Base della Resilienza."
Primo, il giovane allievo
"Krtased! Compagno di ventura, poscia codesta essere un'altra occasione di mostrare la nostra beltade et il nostro coraggio! Accompagnami dunque a svelar una volta per tutte il mistero di codesti lamenti!"
Uno dei Guardiani delle Viscere
"KAreRrRQ!"
Primo, il giovane allievo
"E sia!"
La voce narrante
"Primo e Krtased si inoltrano nel buio e misterioso antro dal quale giungono lamenti strazianti."
Immagine non disponibile
"Aaaaaah... Aaaaaah..."
Primo, il giovane allievo
"Chi giace e si lamenta in codesto antro! Svelati ordunque! Non farci aspettar ancora! Krtased, amico, illumina questo antro!"
La voce narrante
"Krtased usando le zampe anteriori, un paio di pietre ed uno strano getto corporeo crea una lingua di fuoco che rischiara a giorno l'antro una volta buio."
Primo, il giovane allievo
"Non è possibile! Sgomento e incredulità pervadono il mio giovanile corpo! La mia mente vacilla davanti a codesta scena! Sarà forse un altro miraggio del diabolico Millo? Possibile che voi siate..."
Una guardia della base sotterranea della Resilienza
"Signore! La Prigione è stata violata! Non capisco.."
Millo, il capo carismatico della Resilienza
"Ora mi è tutto chiaro, questa notizia non mi stupisce, ma mi spaventa. Primo è ancora vivo!"
Uan Kanopy, saggio guerriero
"Impossibile!"
Il Maestro Ydioda
"Ora di pranzo è. Fame io ha."
Millo, il capo carismatico della Resilienza
"Non adesso bell'Ydioda. Non adesso. Se Primo riesce a liberare il prigioniero per noi le cose si mettono davvero male"
Angie, Console Supremo di Ulva
"Chi è questo prigioniero? Ma soprattutto perché le cose si mettono male?"
Condiriso, Generale Supremo delle Forze di Ulva
"Prendo una squadra!"
Il Maestro Ydioda
"Riga preso ho! Disegno tecnico mia specialità è!"
Uan Kanopy, saggio guerriero
"Va bene Ydioda, va bene. Condiriso vengo anch'io! Mi sento in colpa per non aver avvertito la presenza della minaccia! Ne va del mio onore e del mio stipendio come Cavaliere Jovedi."
Millo, il capo carismatico della Resilienza
"Rimanete qui amici, se libera il prigioniero non avrete scampo da soli. Meglio aspettarli qui, tutti insieme."
Angie, Console Supremo di Ulva
"Dicci chi è questo prigioniero! Non tenerci in questa situazione seccante! Le mie mucose non possono sopportare altro. Parla Millo!"
Millo, il capo carismatico della Resilienza
"Il prigioniero è..."
Primo, il giovane allievo
"Voi siete .."
Il Conte Dalv III, oscura entità maligna
"Sono io, il Conte Dalv III!"
Uan Kanopy, saggio guerriero
"Non è possibile, non lui, lui è.."
Il Conte Dalv III, oscura entità maligna
"E per molti secoli sono morto."
Primo, il giovane allievo
"Posso chiamarVi Oscura Entità, Oscura Entità?"
Il Conte Dalv III, oscura entità maligna
"Prima liberatemi da queste benedette catene, poi vedremo."
Primo, il giovane allievo
"Immanintemente Vostra Oscurissima Entità."
Una guardia della base sotterranea della Resilienza
"Ehi quella è la mia battuta, ladro!"
La voce narrante
"Chi sarà questo Dalv III? E perché tutti lo temono così tanto se è da così tanto tempo in catene? Sarà poi così pericoloso?"
Il Conte Dalv III, oscura entità maligna
"Stai attento narratore. Stai molto attento."
La voce narrante
"Certo Vosta Oscurissima Entità. Alla prossima puntata!"